INCONTRI A TEMA III EDIZIONE Martedì 17 novembre 2009 – ore 16,30
Dr. Claudio Orezzi – specialista in anestesia
ABSTRACT DELLA CONFERENZA:
Quando si deve affrontare un intervento chirurgico e quindi un’anestesia, vengono spontanee molte domande, a volte frutto di timori più o meno razionali, a volte di legittime curiosità.
L’attesa di un intervento chirurgico causa uno stato di apprensione e di ansia sia nel soggetto che deve subirlo che nei suoi familiari. Le preoccupazioni evidentemente aumentano nel caso di procedure chirurgiche complesse o rischiose, soprattutto se la persona che deve essere operata è affetta da qualche patologia e normalmente assume farmaci. Purtroppo, il ruolo del medico anestesista è poco conosciuto e spesso genera diffidenza ed incomprensioni.
In questo incontro, si cercherà di dare delle risposte alle domande più frequenti che ci si sente rivolgere da chi deve affrontare un’anestesia. Partendo dall’informazione che spesso è assolutamente ignorata dai pazienti: si, l’anestesista è un medico ed è anche uno “specialista”.
L’indicazione sul tipo di anestesia viene data dall’anestesista dopo l’esame dello stato di salute del paziente ed il colloquio durante la visita anestesiologica, prima dell’intervento chirurgico. Nel corso di questa visita il paziente deve riferire se prende farmaci, se soffre di allergie, se ha subito altre anestesie e se ha altre malattie che non risultano nella cartella clinica. Sulla base di queste informazioni, l’anestesista sceglie il tipo di anestesia più adatto per quel paziente e per quel tipo di intervento. Tuttavia, come dovrebbe avvenire per ogni atto medico, il paziente può suggerire allo specialista le sue preferenze e discutere con lui sui pro e contro di ogni tecnica proposta. Alla fine della visita, il paziente firma un modulo prestampato, il consenso informato, che attesta che il paziente è stato adeguatamente informato sulla tecnica anestesiologica prevista per l’intervento chirurgico, cui deve essere sottoposto e la accetta.
CHE COS’E’ L’ANESTESIA
Per essere sottoposto ad un’operazione il paziente deve necessariamente essere sottoposto ad un’anestesia che serve a bloccare il dolore ed a proteggere l’organismo dall’aggressione chirurgica.
L’elevato grado di sicurezza dell’anestesia moderna deriva dai progressi farmacologici e tecnologici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni di questa giovane branca della medicina e dalla particolare preparazione dell’anestesista.
L’anestesista è appunto un medico specializzato cui sono affidati alcuni compiti molto impegnativi:
- annullare il dolore e tutti i suoi riflessi negativi sui diversi organi e funzioni dell’organismo;
- monitorare nel tempo le funzioni vitali e consentirne il pieno recupero al termine della procedura chirurgica;
- correggere, nei limiti del possibile, eventuali riflessi sull’organismo di incidenti chirurgici intra-operatori (ad esempio le emorragie);
Essenzialmente ci sono due tipi di anestesia: l’ anestesia generale mediante la quale il corpo intero è anestetizzato e l’ anestesia loco-regionale con la quale solo una parte o un’intera regione del corpo viene anestetizzata. Dopo l’esame dello stato di salute del paziente e del tipo di intervento chirurgico, l’anestesista sceglie il tipo di anestesia che possa dare al paziente maggiori vantaggi e minimi rischi.
L’ANESTESIA GENERALE
È ancora il tipo di anestesia più usato per la maggior parte degli interventi che richiedono l’incoscienza del paziente, una paralisi muscolare prolungata o per le procedure chirurgiche in cui è impossibile usare l’anestesia locale. Durante anestesia generale tutto il corpo e soprattutto il cervello è addormentato ed il paziente non sente nulla e non ricorda nulla dell’operazione.
L’anestesia generale può essere somministrata mediante farmaci per via endovenosa, mediante farmaci volatili introdotti nell’organismo attraverso un tubo inserito nella trachea dopo che il paziente è stato addormentato oppure, utilizzando entrambe le vie.
L’ANESTESIA LOCALE O LOCO-REGIONALE
Molti pazienti, pur se consapevoli della elevata sicurezza dell’anestesia generale, rimangono spaventati dalle notizie, spesso distorte, che appaiono sui mezzi di comunicazione e relative a qualche incidente attribuito all’anestesia. La paura di sottoporsi all’anestesia generale, di perdere la coscienza e di rimanere affidati a persone praticamente sconosciute non è la sola ragione perché l’anestesia loco-regionale viene sempre più frequentemente praticata. Infatti, lo sviluppo di attrezzature particolari, di farmaci anestetici locali di varia durata e la conoscenza approfondita del funzionamento cellulare di questi farmaci, ha accresciuto l’interesse degli specialisti per queste tecniche.
Con l’anestesia regionale solo una regione specifica del corpo è anestetizzata: il dolore proveniente da essa viene bloccato e non arriva al cervello. Questo viene ottenuto iniettando l’anestetico direttamente vicino ad i nervi che portano la sensibilità alla zona sottoposta all’intervento. Ad esempio se si deve operare la mano vengono anestetizzati solo i nervi del braccio.
Nonostante i numerosi vantaggi, basti pensare ad esempio alla possibilità di partorire rimanendo coscienti ma senza alcun dolore, bisogna comunque essere consapevoli del fatto che le complicanze potenziali dell’anestesia locoregionale, anche se minori e rare, possono essere altrettanto gravi di quelle da anestesia generale.
( photos)
1 Gennaio 1970
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